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Mangimi, nel 2019 produzione e fatturato in crescita. Migliora il saldo con l’estero
Proprio nei mesi in cui il lockdown metteva a dura prova l’economia nazionale, la filiera maidicola compiva un generoso scatto in avanti con la firma dell’Accordo quadro. Promosso da Assalzoo, e sottoscritto da altre nove Associazioni del settore, l’intesa per una maiscoltura italiana più solida è ora un possibile punto di ripartenza per tutto l’agroalimentare, un modello da replicare anche in altri comparti per il futuro del settore primario e dell’industria di trasformazione. L’idea di un patto di filiera è stata rilanciata dal presidente di Assalzoo, Marcello Veronesi, nel suo intervento all’ultima assemblea dell’associazione lo scorso 24 giugno a Roma. La mangimistica italiana vuol farsi portavoce di una maggiore integrazione fra tutti gli anelli della catena di valore. E lo fa da una posizione di forza, reduce, ancora una volta, da un’annata positiva in termini di performance di settore.
In ripresa il settore avicolo, stabile quello dei suini
Nel 2019 l’industria mangimistica italiana ha fatto segnare un aumento della produzione dell’1,3% portando così la quota dell’output oltre i 14,6 milioni di tonnellate. Il suo fatturato è salito del 2,2% a 7,575 miliardi di euro. Le voci che lo compongono sono tutte in aumento rispetto al 2018: il fatturato dei mangimi composti è aumentato dell’1,3% (da 5,07 a 5,13 miliardi di euro), quello delle premiscele dello 0,8% (da 828 a 835 milioni di euro) e quello del pet food del 2,2% da 1,57 a 1,6 miliardi di euro.
Tra i diversi settori di allevamento è risultata in crescita la produzione di mangimi destinata ai volatili, ai bovini e ai suini, che raccolgono circa il 90% delle forniture totali dell’industria mangimistica. In particolare i mangimi destinati all’avicoltura sono aumentati dell’1,8%, colmando così la flessione dell’anno precedente. A polli, tacchini, galline ovaiole e altri volatili sono stati forniti 5.975.000 tonnellate di mangimi. Proprio le galline ovaiole e i tacchini hanno fatto segnare i maggiori incrementi di prodotto (rispettivamente +2,7% e +2%). Per la suinicoltura non ci sono state grosse variazioni (+0,4% da 3.731.000 a 3.745.000 t) mentre il comparto dei bovini ha fatto segnare una crescita più rilevante. L’incremento è stato del 2% (da 3.399.000 a 3.467.000 t), con numeri particolarmente positivi per le vacche da latte (+2,4%) ma anche per i bovini da carne (+1,5%).
Tra le altre specie sono gli ovini a far segnare un importante rialzo, di ben il 4,4%, mentre, dopo anni di crescita, diminuisce uno dei settori più dinamici ovvero l’acquacoltura. Il calo dell’output per gli allevamenti ittici è stato del 7,2%, dato che fa il paio con un altro tracollo, quello degli equini, a -7,6%. Poco meno dell’1% la crescita della produzione del pet food.
Anche gli altri indicatori economici illustrati in assemblea restituiscono le buone condizioni del settore. In particolare il livello degli investimenti fissi lordi, che hanno visto un aumento del 4,7% portando il capitale investito da 105 a 110 milioni di euro. Inoltre nel 2019 l’industria mangimistica è riuscita ad alleggerire la sua bilancia commerciale di oltre 40 milioni di € (taglio del 35,3%) grazie all’aumento dell’export del 4,1% (da 725 a 755 milioni di €) e un calo dell’1,4% dell’import (da 841 a 830 milioni di euro). Il saldo commerciale, pur negativo, è sceso così a -75 milioni di euro.
Integrazione e sostenibilità
Con questi numeri l’industria mangimistica ha saputo affrontare la grave crisi che è piombata inattesa su tutta l’economia nazionale. Pur non essendo tra le più penalizzate, la filiera agroalimentare – alla quale inevitabilmente è stato riconosciuto il carattere di essenzialità dal Governo – ha comunque dovuto risolvere alcune criticità. Proprio nel contesto della crisi CoVid-19 si sono rese evidenti le problematicità storiche della filiera, a cominciare dall’approvvigionamento delle materie prime e dalla dipendenza dall’estero. L’auspicio è che l’integrazione della filiera possa rappresentare un argine a questa necessità, come suggerisce lo spirito dell’Accordo quadro sul mais da granella di filiera italiana certificata. Dieci associazioni si sono strette intorno a un’intesa per rilanciare la produzione di mais che risulta proprio tra le materie prime agricole più importate in Italia. Quella dell’alleanza lungo la filiera è una delle maggiori sfide che attende il settore nei prossimi anni. Assalzoo ne è consapevole e ha già intensificato il dialogo con i rappresentanti di altri settori come quello suinicolo e lattiero-caseario. Il patto di filiera, individuato come strumento chiave per il futuro dell’agroalimentare, deve però coinvolgere l’intero settore.
Oltre a diventare più integrata la filiera deve diventare anche più sostenibile. È questa la seconda sfida che attende l’agroalimentare, questa volta, non solo italiano ma europeo. Perché l’Ue sta lavorando al Patto per il clima che vede nella strategia Farm to Fork un suo asse portante. La strategia punta proprio a creare un sistema alimentare sostenibile, con un’impronta ambientale quanto più possibile contenuta. E la mangimistica italiana può farsi promotrice di questa transizione green valorizzando il contributo che da decenni dà alla tutela dell’ambiente. L’industria degli alimenti per animali è infatti un esempio virtuoso di economia circolare grazie al riutilizzo dei co-prodotti dell’industria alimentare non più riservati al consumo umano.
PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI DELL’INDUSTRIA ITALIANA DI ALIMENTI COMPOSTI
(valori in euro correnti negli anni considerati)
Variabili
Unità di misura
2018
2019
(stime)
Produzione
14.475
14.659
Fatturato totale
di cui:
Mld di €uro
7,410
7,575
- Mangimi
Mld di €uro
5.070 5.135
- Premiscele
Mld di €uro
828
835
- Pet-food
Mld di €uro
1.571 1.605 Prezzi alla produzione
var % + 2,1
+0,7%
Costo del lavoro
var % + 1,1%
+1,2%
Investimenti fissi lordi
Mio di €uro
105
110
Utilizzo impianti
in %
65%
65%
Occupati
unità
8.000 8.000 Commercio estero:
- Esportazioni
Mio di €uro
725
755
- Importazioni
Mio di €uro
841
830
- Saldo commerciale
Mio di €uro
-116
- 75
Fonte:Assalzoo
PRODUZIONE DI MANGIMI COMPOSTI - 2019
(Quantità in migliaia di tonnellate)
MANGIMI
Anno
2018
Anno
2019
% sul
Totale
var %
2019/2018
PRODUZIONE TOTALE
di cui:
14.475
14.659
100,0
+1,3
VOLATILI 5.870 5.975 40,8 +1,8
di cui
- polli da carne 2.940 2.976 20,3 +1,2
- tacchini 914 932 6,4 +2,0
- galline ovaiole 1.959 2.011 13,7 +2,7
- altri volatili 57 56 0,4 -1,8
SUINI 3.731 3.745 25,5 +0,4
BOVINI 3.399 3.467 23,7 +2
di cui
- vacche da latte 2.480 2.540 17,3 +2,4
- bovini da carne 786 798 5,4 +1,5
- bufali 133 129 0,9 -3,0
ALTRI 985 977 6,7 -0,8
di cui
- conigli 377 364 2,5 -3,4
- ovini 250 261 1,8 +4,4
- equini 79 75 0,5 -7,6
- pesci 151 140 1,0 -7,2
- altri animali 128 139 0,9 +8,5
PET FOOD 490 494 3,4 +0,8
(Fonte: Assalzoo)
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